Coronavirus, trasmissione aerea, prevenzione
Coronavirus e trasmissione via aria
La fonte primaria di contagio è il contatto ravvicinato e diretto con persone infette che possono emettere goccioline (droplets) starnutendo o tossendo. Ma in aggiunta a questo, alcune ricerche hanno documentato che particelle ultrafini prodotte respirando e conversando (bioaerosol)possono rimanere sospese in aria circolando per diverso tenpo. Secondo diversi studi tali nebulizzazioni possono contribuire alla diffusione di cariche virali oltre il classico metro di distanza nei luoghi chiusi.
Virus e aria inquinata: un possibile nesso
La massiccia diffusione del virus in alcune regioni, specie nelle zone della Pianura Padana, può essere correlata alla maggiore presenza di inquinamento atmosferico da polveri sottili. Secondo la tesi proposta da SIMA con le Università di Bologna e Bari, il particolato sottile PM10 e PM2,5 avrebbe fatto da vettore del genoma coronavirus accelerando in certe aree la diffusione e l’impatto della pandemia.
Luoghi chiusi e sanificazione
La lunga permanenza in ambienti chiusi, dove trascorriamo in media il 90% del nostro tempo, aumenta il rischio di esposizione per la persistenza del virus nelle superfici contaminate e l’eventuale inalazione di aerosol carichi di particelle che potrebbero facilmente raggiungere le parti periferiche dell’apparato respiratorio. La gestione di una corretta sanificazione in uffici, case di cura, hotel, strutture sanitarie, farmacie, banche, poste, bar e attività commerciali è una cautela preventiva obbligatoria per tenere sotto controllo il pericolo di trasmissione del COVID-19.
Convivenza con il virus: che fare?
Il rispetto della distanza sociale tra persone, la cura nell’igiene delle mani e l’adozione di dispositivi di protezione, come le mascherine per il volto, sono comportamenti cruciali per il passaggio alla fase 2 e la convivenza con il virus. Ma da soli non bastano per scansare nuovi rischi di quarantena.
Il Gruppo di lavoro Ambiente e Qualità dell’Aria Indoor dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) raccomanda ad esempio un’attenzione scrupolosa alla gestione del ricambio aria nei luoghi chiusi, per limitare il più possibile la presenza di inquinanti e contrastare il diffondersi dell’epidemia virale.
Consigli per un’aria salubre
Prima regola: arieggiare spesso
Aprendo più volte le finestre o, se disponibile, mediante un apposito sistema di ventilazione forzata. L’importante è assicurare un regolare e continuo ricambio di aria, in base anche al numero di persone e alla loro permanenza. Da tenere sotto controllo anche parametri come l’umidità: valori di umidità relativa tra il 40 e il 60% abbreviano il tempo in cui un virus aerotrasportato rimane attivo.
Ventilare sempre durante le pulizie
Va prestata grande attenzione nell’arieggiare i locali durante e dopo l’uso di prodotti per la sanificazione e pulizia di superfici e strumenti. L’utilizzo più intenso di prodotti disinfettanti/detergenti, aventi simboli di pericolo in etichetta, aumenta la concentrazione di composti volatili irritanti e può condurre a infiammazioni respiratorie, nausee, mal di testa.
Depurare l’aria filtrando i contaminanti
Un impianto di ventilazione meccanica evoluto rende più sana l’aria diluendola e filtrandola a fondo dagli inquinanti. Riduce cioè la concentrazione di contaminanti presenti in aria mediante il ricambio continuo e automatico; e al contempo purifica l’aria immessa filtrando agenti nocivi quali polveri sottili, pollini, spore.
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Elevato abbattimento dei contaminanti
Il rinnovo continuo e la depurazione permettono una riduzione del 96 % della presenza di contaminante (aria espirata)*.
Questo implica che, oltre ad un sostanziale eliminazione “dell’aria viziata” il volume interessato presenta un’aria potenzialmente priva di microrganismi presenti nell’aria espirata, a tutto vantaggio della salubrità degli ambienti.
*fonte: analisi fluidodinamica MultiPhysixLab
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